Tra tentativo di stabilità e disagio vero, proviamo a riprendere il cammino per una svolta

Ancora una volta il popolo delle primarie ha superato le nostre attese, e dopo averci mandato tanti messaggi, si è nuovamente messo il cappotto, si è messo in fila ed è venuto a votare. Sono stati in tanti, con un dato omogeneo nel territorio nazionale, a scegliere. Senza possibile dubbio hanno scelto, con numeri indiscutibili, Matteo Renzi, che dall’8 dicembre è quindi il nuovo segretario del Pd, il nostro segretario.

Si è discusso. Ci siamo divisi e confrontati. Io ho sostenuto le ragioni di Gianni Cuperlo, che da domenica scorsa è il Presidente dell’assemblea nazionale, contribuendo così a dare un apporto serio e concreto all’unità del Pd, pur tenendo vive la ragioni di una differente opzione culturale, quella della sinistra.

Questo accade nei partiti in cui agisce al loro interno la democrazia, e nonostante i mille problemi che ci riguardano, non dobbiamo mai dimenticare le differenze tra noi e chi continua semplicemente ad adeguarsi alle indicazioni di un sol uomo al comando, che sia il leader indiscusso caduto, che sia l’uomo del web. Da noi continua a muoversi un popolo: quello degli iscritti e quello degli elettori.

Adesso si riparte, uniti. Si riparte con un giovane segretario e una giovane segreteria, prevalentemente femminile, che comprende anche una brava esponente EcoDem, Chiara Braga, deputata lombarda, che ha ricevuto la responsabilità dell’ambiente.

Riparte anche il governo, dopo la scissione del Pdl,  la rinascita di Forza Italia e la sua uscita dal governo. Con una maggioranza più risicata,  un ruolo del Pd che può essere più stringente e che dovrà essere più stringente.

Abbiamo trascorso giornate e nottate intere cercando di migliorare la Legge di Stabilità, ma solo in parte ci siamo riusciti, ad esempio con l’intervento sul Cuneo fiscale con1,8 mld di detrazioni già dal 2014 per il lavoro dipendente, con 1 mld di flessibilità per gli enti locali sul Patto di Stabilità, con l’esenzione dei fabbricati agricoli dell’Imu e l’abbassamento del moltiplicatore sui terreni, con nuovi interventi sugli esodati con la proroga degli incentivi verdi. In parte non ci siamo riusciti e non è un caso se i comuni italiani sono in rivolta. Penso ad esempio alla necessità che avremmo avuto di una svolta vera sulla difesa del suolo, che vede invece la conferma dei 30 milioni di euro già usciti dal Senato, un aumento delle risorse sulle calamita, ma senza un impegno vero e pluriennale sulla vera prima grande opera che servirebbe al Paese. E penso ancora che i redditi alti avrebbero potuto tranquillamente continuare a pagare l’Imu.

Luci ed ombre. Un segno di cambiamento rispetto alle leggi del passato perché, con le pur poche risorse a disposizione, si fa una scelta di campo intervenendo soprattutto sui redditi più bassi, ma non sufficiente a contrastare la fase drammatica che il Paese sta vivendo. Ci saranno ulteriori provvedimenti in arrivo, sia sugli enti locali che sull’ ambiente, sui quali Letta si è impegnato a correggere il tiro soprattutto verso gli enti locali. Potremmo usare presto le risorse europee per i giovani ottenute grazie all’impegno di Letta in Europa per attivare le risorse dedicate alla ”Youth Guarantee” al fine di costruire un piano di contrasto alla disoccupazione giovanile grazie a 1,5 miliardi di euro messe in campo dall’Unione Europea e non solo.

Occorre che questi segnali continuino a essere dati e con forza, accelerando tappe e soprattutto risultati: legge elettorale, ma soprattutto interventi su lavoro, imprese e famiglie.

Il disagio e la sofferenza sono reali e molto pesanti in tutto il nostro Paese. I movimenti dei forconi, con le pericolose infiltrazioni, utilizzano e sfruttano purtroppo un disagio reale, che può sfociare come abbiamo già visto, in forme violente che non possono essere accettate, ma che possono essere arginate solo con risposte reali.

Il Presidente Letta durante il suo discorso di una settimana fa, chiedendo una nuova fiducia al Parlamento, ha assunto impegni seri con una tempistica chiara: un anno per invertire i numeri della crisi, e ha detto che si “batterà come un leone” per il nostro Paese.

E’ credibile, sappiamo che su quel tavolo e nel contesto internazionale oggi, siamo più credibili, affidabili, e dobbiamo lavorare affinché i vincoli finanziari siano rivisti.

Il 2013 che va concludendosi è stato un anno drammatico: il dato elettorale, la vicenda Prodi, l’avvio di un governo che non avremmo voluto.. ma è innegabilmente anche l’anno dell’uscita di scena dell’uomo che per vent’anni ha condizionato le vicende del nostro paese, di una rinnovata fiducia del nostro popolo, di una ripartenza.

Proviamo a ripartire da qui e a lavorare sulle ragioni di una rinnovata speranza nelle quali far agire con determinazione quei valori dell’equità, della giustizia, dell’eguaglianza, nel lavoro, nella società, nella formazione, in una economia che inverta la rotta.

Proviamo ad investire di più sulla partecipazione, anche innovando modi e strumenti (io vi aspetterò il 25 gennaio per parlarne).

Proviamoci. Il Pd era nato per far questo.

I miei più cari auguri a tutti voi, che con pazienza, ogni mese, ricevete qualche notizia e qualche ragionamento.

Susanna

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