Ho un po’ resistito allo scrivere su questa vicenda. Il pudore, il rispetto, quel pugno che ti afferra lo stomaco, quando leggi e resti a bocca aperta. Ma non si deve.
Un ragazzino di 14 anni forse sopravviverà, ma la sua vita cambierà per sempre. Poco più di bimbo, certo non rispondente ai canoni del machismo, a le “physique del bulletto di periferia”, o di quei giovani che affollano gli happy hour di ogni nostra città, alla moda, fisici spesso scolpiti, coperti da abbigliamento griffato. Per questo oggetto di scherno che ha solo preceduto una violenza inaudita. “Non si rendevano conto” dicono i parenti “era uno scherzo”. Già. Perché per scherzo lo hanno sostanzialmente violentato con l’aria compressa provocandogli la distruzione del colon.
Passano, come film non troppo lontani, nella mia mente le immagini dell’aggressione e del fuoco dato a un immigrato in un stazione nella periferia di roma, (“erano bravi ragazzi”..i genitori di quei ragazzi di buona famiglia), e ancora la violenza a una ragazza (in quel caso addirittura il sindaco si offrì di pagare le spese processuali del giovane ..ricordate? ). Potrei continuare ricordando femminicidi…con madri che parlano di “incidente” per il dolore di una separazione, o i giornalisti che parlano di dramma della gelosia.
Tutti bravi ragazzi…e poi ragazzi mica tanto, perché a 24 anni mio padre aveva già una bambina, la sottoscritta.
Dove inizia il confine della violenza per coloro? dove si coltiva oggi, il brodo primordiale che genera una violenza cosi enorme?
La violenza nasce prima di tutto da modelli culturali sbagliati. E nella costruzione di questi modelli le responsabilità sono tante. Le famiglie, la scuola, le città, le comunità, la qualità delle periferie, le leggi, la tv, …. Ecco perché ogni volta che mi sento dire che una legge sull’Omofobia, sulle unioni civili, una norma contro il pessimo uso del corpo femminile nelle pubblicità ed in tv, contro gli stereotipi, un’educazione al rispetto tra i generi, o l’applicazione della convenzione europea contro la violenza, o la cultura dell’accoglienza..non sono…prioritarie, mi arrabbio.
Non c’è un prima o dopo. Ci sono Paesi, persone, uomini e donne. Non possiamo lasciare che questo humus continui a produrre violenza. Va asciugato, e non sarà il sole a farlo.
Al paese alle nostre comunità alle giovani generazioni servono lavoro, futuro, cambiamento ed un modello sociale e culturale ben diverso da quello generato dagli ultimi decenni. Se la sinistra non fa questo…
No. Non sono bravi ragazzi. Sono uomini violenti e pericolosi.