Un anno a Montecitorio

Il 29 aprile è stato il primo compleanno della XVI legislatura. Un anno sul quale è difficile non interrogarsi per chi, come me, si è trovato su quei banchi per la prima volta, provenendo da una realtà ben diversa, come è quella Toscana. Sono arrivata alla Camera da un’esperienza di governo locale, dove ci si confronta con i problemi cercando risposte e soluzioni concrete: sarà per questo che sto facendo ancora un po’ di fatica ad ambientarmi in un contesto nel quale lo spazio lasciato alle opposizioni è sempre più schiacciato, mortificato, ridotto ai mini termini. Dopo un inizio all’insegna della possibile collaborazione sugli obiettivi condivisi per il Paese, questo è stato un anno contrassegnato dal continuo ricorso al voto di fiducia e dai ripetuti tentativi di svilire il ruolo del Parlamento.

Un anno avviato con Tremonti mascherato da “Robin Hood” che prometteva azioni di giustizia sociale e di redistribuzione, prendendo ai “banchieri e petrolieri” per dare ai redditi minimi. Ma la crisi globale ha sovvertito i programmi e anche Tremonti ha dovuto concedere aiuti alle banche, mentre le favoleggiate social card si rivelavano per molti dei nostri anziani una triste e crudele bufala. Un anno iniziato con l’eliminazione dell’Ici, l’ingente stanziamento per Alitalia e la detassazione degli straordinari e che oggi fa i conti con la crescente disoccupazione e con le nere previsioni Ocse sul crollo del Pil nazionale. Un anno nel quale le prerogative e i compiti costituzionalmente attribuiti al Parlamento sono stati continuamente assaltati dal governo, che si è più volte sostituito al potere legislativo e, come nel caso del Piano casa, ha cercato di scavalcare le Regioni.

“E’ stato un anno positivo, ne sono orgoglioso”: lo ha detto Silvio Berlusconi allo scadere dei dodici mesi dal suo insediamento. Noi che abbiamo fatto un anno di opposizione sappiamo bene, invece, che ai tanti annunci non è seguita nessuna riforma sostanziale. Lo hanno dimostrato dettagliatamente gli economisti del sito web “lavoce.info”, a cui vi consiglio di dare un’occhiata per vedere quanta distanza ci sia tra ciò che era stato promesso e ciò che è stato realizzato.

In più occasioni le opposizioni, Pd per primo, sono riuscite ad ottenere importanti risultati e a sconfiggere in aula l’arroganza della maggioranza nonostante sulla carta i numeri fossero assolutamente a loro favore: penso alla battaglia sulle quote latte, che ha costretto al ritiro del decreto, la vittoria di aprile contro la legalizzazione delle ronde o le votazioni sul Ddl di ratifica del Trattato di Prum, quando governo e maggioranza sono stati battuti in aula alla Camera solo pochi giorni fa. Ma le prove di forza dell’esecutivo non si fermano davanti al Parlamento: il dl sulle quote latte è stato “impacchettato” dentro al provvedimento sulle rottamazioni, sul quale è stata posta l’ennesima fiducia; le ronde sono state reinserite nel “pacchetto sicurezza” e la Camera ha detto sì alla possibilità di prelevare in modo forzoso campioni di Dna non solo agli indagati, ma anche a persone non iscritte nel registro degli indagati.

E’ stato un anno difficile per il Parlamento, ma anche per il Pd, un giovane partito che ha subito la sconfitta elettorale di aprile, le lotte intestine, la pesante disfatta delle regionali in Sardegna e le dimissioni del suo leader, Walter Veltroni. Ma c’è stata anche la capacità di reagire con forza, di drizzare la schiena, di eleggere Dario Franceschini e di rafforzare la riconoscibilità della nostra azione di opposizione in Parlamento e nel Paese. Ogni settimana, arriva all’esame di Camera e Senato una nostra proposta politica che va dalla situazione degli enti locali alle condizioni degli italiani che perdono il lavoro, dall’economia al welfare.

Cosa è accaduto al nostro Paese nel frattempo? Mentre la crisi sta attraversando e peggiorando la vita delle famiglie e delle imprese, a differenza di altri paesi europei, niente si sta facendo per intervenire in maniera anticiclica sull’economia, magari condizionando gli aiuti ad una riconversione ecologica della produzione industriale, della nuova edilizia, dei novi settori di sviluppo. Ma c’è anche altro, un fenomeno forse meno percettibile, ma immensamente pericoloso: parlo del continuo allentamento delle maglie fondamentali della politica, del suo corretto esercizio e del pluralismo. Nella scorsa campagna elettorale Veltroni evitava di citare il nome del suo principale avversario, ma oggi Silvio Berlusconi è sempre ed ovunque. Lo spazio televisivo è oramai interamente plasmato sulle sue performance e la sensazione del dilagare di un pensiero unico è sempre più inquietante.

Ciò che temo più di ogni altra cosa è la rassegnazione dei cittadini, l’incapacità di indignarsi, di protestare, di reagire. Io credo che oggi sia fondamentale alzare il tono della nostra voce e dell’azione politica nel Paese a tutela della democrazia, della rappresentanza politica, dei diritti degli italiani e delle italiane. Lo si fa senz’altro proseguendo con determinazione l’azione di opposizione in Parlamento, ma ancora di più facendo sentire la nostra voce accanto ad ogni fabbrica in crisi, ad ogni famiglia in difficoltà, ad ogni donna offesa dal “clima da bar sport” che sembra ispirare le battute del premier, accanto alle imprese che non ce la fanno, accanto alle giovani generazioni che vogliono costruire il loro futuro. Sta a noi esserci.

E’ per questo che il Pd è nato, adesso facciamolo crescere senza perdere la strada.

Susanna Cenni

One thought on “Un anno a Montecitorio

  1. rimando una sintesi del commento di ieri, che forse s’è perso:
    Elenco una serie d’incongruenze nella politica del PD (che forse giocano non poco nella perdita di consenso):
    1) sui CLANDESTINI: invece di disquisire sul diritto dello Stato al “respingimento” (che pure è necessario per avere un quadro giuridico), non è più urgente sollevare l’emergenza DIRITTI UMANI all’ONU, per un intervento immediato nei luoghi dell’origine della violazione dei diritti umani. nelle dittature africane del Sudan, Congo, Ruanda, Somalia, Eritrea, Zambia, Libia ecc. ? (lo so…i veti della Cina! Ma bisogna inchiodare i responsabili alle loro responsabilità). Non è più urgente concentrarsi sulla lotta al Racket della carne umana bloccando anche i conti bancari e imponendo agli stati interessati le azioni penali e le indagini di polizia, e bisogna sostenere e potenziare il Tribunale Internazionale dell’Aia! Purtroppo anche i passati governi di centro-sinistra sono stati troppo deboli al riguardo…ed è scandaloso che ancora non vi sia una legge applicativa del DIRITTO D’ASILO stabilito dalla Costituzione e che comunque andrebbe realizzato a livello Internazionale o almeno europeo…
    2) sulla SICUREZZA: invece di reazioni isteriche sulle RONDE e le proposte della maggioranza (che comunque riempono un buco di cui tutti siamo responsabili), studiare le forme di una sana partecipazione e autogestione popolare, indispensabile per una vera vigilanza in tempi di emergenza (quando nacquero gli ANGELI DELLA NOTTE non eravamo tutti d’accordo?) Ma chi l’ha detto che devono diventare per forza squadracce fasciste? Chi dice che basta aumentare un po’ i poliziotti (ma quanti ne volete, uno per abitante?) mente sapendo di mentire…
    3) DEGRADO URBANO e problema giovanile: plaudo all’iniziativa del min.Meloni sui VILLAGGI DELLA GIOVENTU’…anche questa un’iniziativa che doveva essere presa molti anni fa dalle sinistre
    4) Mi aspetto infine, compagna Cenni, che data la tua esperienza precedente di assessoreall’agricoltura, tu sia particolarmente sensibile alla difesa dell’agricoltura biologica e contadina…quale migliore riconversione per un ritorno all’economia reale? (vedi articolo di Carlo Petrini su Repubblica 13 aprile)

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