Un governo che corre e un partito che si attrezza

Il presidente del Consiglio Renzi ha ottenuto la fiducia e si è messo a lavoro. E’ tornato alle Camere la scorsa settimana sui temi all’ordine del giorno del Consiglio Europeo. Ha iniziato il suo lavoro con provvedimenti e comunicando intenti e direzione di marcia.
Un lavoro serrato, chiaro, veloce. Renzi, rappresenta oggi la vera possibilità di reagire all’ondata di pesante critica alla politica, alle istituzioni, e andrà sostenuto con lealtà.
Intanto la Camera ha licenziato la legge elettorale. Una legge che, come ho già avuto modo di dire più volte, non mi convince in molte sue parti, (le liste bloccate, le soglie) e che dopo la bocciatura, grazie ad almeno 80 franchi tiratori del pd, dell’emendamento sulla norma antidiscriminatoria (non più del 60% dei capolista di un solo genere) ho votato con grande difficoltà  credendo nell’impegno di Roberto Speranza a lavorare perché sia modificata al senato. Vedremo. Quella legge andava approvata, ne siamo tutti consapevoli, ma è davvero necessario migliorare quel testo.
Il Governo ha iniziato il percorso delle riforme, ha annunciato provvedimenti che guardano prima di tutto a famiglie e redditi bassi. Una scelta giusta, necessaria, chiara. Un inizio che condivido.
Più complesso mi sembra il contenuto dei provvedimenti sul lavoro, così come alcune fughe in avanti sui tagli, ma credo che il Parlamento possa lavorare per approfondire e migliorarne alcune parti. Sono tra coloro che non rimpiangono una vecchia logica della concertazione, ma resto convinta che le parti sociali siamo uno strumento cui riconoscere un ruolo ed un valore, altrimenti rischiamo di annientare quei canali della rappresentanza sociale che riconoscono le istituzioni e la democrazia, e che hanno consentito a questo Paese di compiere passi avanti. Non riconoscere questo ruolo, rischia di spingere la protesta su canali assai meno propensi al rispetto delle istituzioni democratiche.
Renzi ha già incontrato i leader europei nei giorni scorsi, e tutti ci auguriamo davvero che la sua determinazione, (a dire il vero in questo caso con un percorso già avviato da Enrico Letta) convinca i rigoristi ad accogliere le sollecitazioni a mettere al centro la necessità di creare nuova occupazione, sapendo che lo si fa solo se si fanno investimenti e politiche attive su lavoro e welfare.
Il 25 maggio voteremo per le Amministrative e per le Europee.
Anche in questo caso abbiamo compiuto un importante passo avanti con l’adesione al PSE e definendo una volta per tutte la nostra casa. Lo abbiamo fatto con una larghissima condivisione nel Pd e, io credo, con una altrettanto larga condivisione fuori.
Sappiamo che le Europee rappresenteranno un banco di prova molto delicato. Lo sappiamo ancora di più oggi, all’indomani di un voto amministrativo in Francia che ha confermato con i numeri, e sono numeri pesanti, quanto si temeva: la pericolosa avanzata del fronte anti europeo e xenofobo della Le Pen e l’arretramento delle forze socialiste, con una astensione attorno al 40%.
E credo che qualche riflessione sia dovuta anche allo svolgimento ed al risultato del referendum sulla “autonomia” del Veneto. Non c’è niente di scontato e di facile né davanti al Premier, né davanti al nostro partito. C’è un Paese in cui ricostruire compattezza e speranza.
La velocità e la capacità di comunicazione del Presidente del Consiglio sono un valido strumento per arginare e rispondere alle derive qualunquiste, ma altrettanto necessaria sarà un’azione di nuovo radicamento sociale del Partito democratico in tutto il nostro Paese e non solo attraverso la politica di Governo.
E’ un tema che va affrontato. La velocità del cambiamento e dei processi che hanno portato in pochi mesi il segretario nazionale al governo non ha consentito di ragionare su tutto questo. Ma adesso, mentre ci prepariamo alle Amministrative e alle Europee, mentre ci attrezziamo a sostenere un periodo di riforme e di cambiamento profondo, abbiamo bisogno di un partito rinnovato ma vivo, che non si esaurisce nella organizzazione di primarie e campagne elettorali, ma che torna a produrre seriamente cultura politica, prospettiva, pensiero ed azione politica quotidiana.  Anche per questo credo che sarà interessante l’appuntamento aperto a tutti che Gianni Cuperlo ha promosso per il 12 aprile prossimo a Roma.
Anche nella nostra provincia si sono svolte molte elezioni primarie qualche settimana fa. In ben 17 Comuni i candidati del centrosinistra sono stati scelti con questo strumento. Tanta partecipazione e per fortuna scelte che hanno privilegiato le personalità dei candidati e le loro idee, ben oltre le collocazioni congressuali.
A tutti loro ed al Pd i migliori auguri per queste intense settimane di campagna elettorale in cui tutti dovremo correre per sconfiggere prima di tutto la distanza tra le persone e la speranza.

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