Sono d’accordo Susanna. La violenza è prima di tutto psicologica. Aggiungo che per prevenire si debbono indagare le cause: culturali prima di tutto. Approfondire, cioè, come anche alcune “radici” culturali contribuiscono a creare quell’ambiente sociale, favorevole al generarsi delle piccole e grandi violenze. Hai giustamente citato casi che rimandano alla libertà delle donna, prima ancora che al suo diritto a non essere picchiata fisicamente. Per questo penso che due grandi “radici”, sia quella religiosa,sia quella “illuminista” laica, debbano essere oggetto di una profonda critica culturale e politica. Sarebbe anche un bel percorso di nascita dell’identità del nuovo partito. Il punto di partenza, però, non può che essere, per me, il fatto che uomini e donne nascono tutti uguali, in quanto persone, e crescono e sono diversi, nell’uguaglianza, in quanto uomini e donne. La religione ha dato alla donna il ruolo che sappiamo; d’altro canto, la “nostra” ragione scientifica suppone, troppo spesso, che le persone diventano tali solo quando raggiungono la capacità di parlare, fare di conto, seguire la logica, dimenticandosi della capacità di immaginare propria dei neonati e dei bambini, che ci distingue inequivocabilmente dagli animali. In fondo anche i seguaci di Robespierre mandarono alla ghigliottina una donna che chiedeva il diritto di voto per le donne.
A presto, Michele