Un viaggio tra problemi e scommesse: i miei primi 2500 km per l’Italia Giusta

Ho scelto di concentrare buona parte della mia campagna elettorale su lavoro e impresa. E non potrebbe essere diversamente, in un momento come questo caratterizzato da una difficoltà dell’economia senza precedenti. Si ripartirà solo con le nostre piccole e medie imprese, con “l’Italia che sa fare l’Italia”, che esprime il meglio del Made in Italy e non delocalizza, che investe sull’identità, sulla qualità, ma che fa i conti con una burocrazia lenta e pesante, con i pagamenti bloccati, con una pressione fiscale ormai non più sopportabile. Burocrazia, pagamenti della pubblica amministrazione, credito quasi impossibile, qualche pasticcio conseguenza della riforma sul mercato del lavoro, strumenti per l’internazionalizzazione non adeguati, quadro legislativo non affidabile: queste le difficolta che ho raccolto e ascoltato dai racconti e dalle esperienze. E sono richieste comuni a chi tenta di reggere, esponendosi finanziariamente, aspettando uno spiraglio di ripresa e da chi investe oggi e assume personale e si aspetterebbe un aiuto, che non arriva.  Sono convinta che sapremo vincere la sfida del futuro solo se saremo in grado di ripartire dall’economia reale, mettendo nuovamente in campo politiche industriali degne di essere chiamate tali – inesistenti da troppo tempo- che puntano alla modernizzazione del Paese, all’efficienza energetica degli edifici, sul Made in Italy, sulla tracciabilità, sulla difesa delle nostre produzioni agroalimentari, tessili, artigianali, sul sostegno all’export e sulla valorizzazione del nostra straordinario patrimonio culturale, turistico, ambientale e dei nostri centri storici patrimonio Unesco.  Per leggere le mie  riflessioni e vedere alcune foto dei miei primi 2500 km dedicati alle visite in aziende e agli incontri con imprenditori e lavoratori clicca qui.

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