Forse a molti il dato è sfuggito, ma da qualche giorno, per la precisione dal 1 luglio, le principali Istituzioni Europee sono guidate da tre donne: Angela Merkel, per il semestre di presidenza alla Germania, Ursula Von der Leyer, ovviamente in qualità di Presidente della Commissione Europea, Christine Lagarde a capo della BCE. Non sarà questo un semestre banale, tutt’altro, e voglio sperare che questa congiuntura del tutto inedita possa contribuire a segnare in positivo le scelte che si dovranno compiere su Recovery Found e sulla declinazione attraverso norme, strategie, di quell’European Green Deal con il quale si fa una scommessa climatica enorme per il futuro di tutti noi, una scommessa con straordinarie potenzialità.
Questa immagine di potere femminile cozza drammaticamente con l’immagine del nostro Paese, con i segnali di arretramento che vengono da una Regione civile come l’Umbria, oggi, purtroppo nelle mani della Lega, in cui si stabilisce che la somministrazione della pillola abortiva può avvenire solo con tre giorni di ricovero, (per fortuna controbilanciata da una Toscana che invece potenzia l’uso della pillola e della non ospedalizzazione). Ed ancora con la notizia di un pluri figlicidio, riportata da un quotidiano nazionale come dramma di un padre per la “non accettazione di una separazione”. E ancora potrei continuare con la storia delle task force tutte maschili per far ripartire il Paese, salvo porre rimedio dopo le proteste e l’aggiunta di competenze, perché ce ne sono, e molte, di autorevoli Professoresse. Oppure ancora, i parterre di convegni e congressi interamente monogenere, al punto da far diventare un caso il rifiuto del Ministro Provenzano a parteciparvi proprio per quella ragione. Ed ancora con le immagini di quei tavoli degli Stati Generali convocati dal Presidente Conte che hanno visto susseguirsi una rappresentanza economica quasi esclusivamente fatta di giacche e cravatte.
Eppure poco più di una settimana fa le elezioni Francesi ci hanno consegnato un messaggio forte e chiaro: crescono le forze politiche e le candidature impegnate sui temi della sfida climatica e dell’ambiente, vincono le donne.
In Italia il Consiglio dei Ministri è dovuto intervenire sulle Regioni, per chiedere che si introduca la doppia preferenza di genere nelle leggi regionali di Liguria e Puglia, perché nonostante la norma nazionale in vigore oramai da anni ancora ci sono regioni che non si sono adeguate.
Noi Donne Democratiche intanto abbiamo fatto un passo importante, eleggendo la nostra portavoce ed avviando un percorso che ci dovrà portare a ricostruire una relazione forte con le donne Italiane. Senza relazioni forti non può esistere la forza delle donne, e senza forza non puoi generare la conflittualità che serve per trasformare le donne in soggetto politico.
Perché questo nostro Paese è cosi impermeabile alla valorizzazione delle donne? Perché ogni volta che si compie un passo in avanti verso maggiori diritti, laicità, libertà, si grida allo scandalo, si scandisce l’elenco delle “priorità altre”? In questi giorni in commissione è stato chiuso il testo della proposta di legge Zan contro omofobia, transfobia, misoginia. Si tratta di un testo semplice, ma fondamentale, il cui merito abbiamo già provato a far approvare alcuni anni fa, fermato in aula e rispedito in commissione. Sia oggi che anni fa ho sottoscritto convintamente il testo. E mentre ancora una volta le forze più conservatrici e bigotte del parlamento tentano la strada dell’ostruzionismo (le priorità sono altre..dicono), i fenomeni di violenza contro giovani omosessuali non si fermano.
Ma il testo stavolta arriverà in aula, sarà la fine di luglio, e lo porteremo a casa. Fatevene una ragione, porteremo questo Paese un gradino più avanti nonostante Salvini, Meloni, i nuovi e vecchi fascismi.
Il Dl Rilancio è in fase di arrivo. Il lavoro della commissione Bilancio è stato lungo e complesso. 260 articoli sono più di un paio di leggi di Bilancio messe assieme. Moltissimi gli emendamenti depositati, tra i quali i miei, prevalentemente su agricoltura, filiera Horeca, pesca, estensione bonus babysitter, miglioramento norme sulla regolarizzazione dei lavoratori in agricoltura, agriturismo, e alcune questioni locali che riguardano importanti aziende del nostro territorio, librerie. Un decreto dell’ammontare di 55 mld che cerca di intervenire ancora sulla sanità, sul lavoro, sulle imprese, sulle loro perdite a causa del covid, che cercano di non lasciare solo nessuno, ma che cominciano anche a tracciare la strada di una ripartenza. Non basterà tutto questo, non basterà il nuovo debito, e l’autunno sarà pesante, molto.
Oggi abbiamo avuto nuove conferme da Istat sul calo dell’occupazione e in modo particolare di quella femminile. Alcuni di questi numeri ci riportano al 2016. La crisi si è portata via 500.000 posti di lavoro, 84.000 nel solo mese di maggio. A pagare sono le donne, i giovani ed i precari. Gli under25 registrano un tasso di disoccupazione che raggiunge il 23,5%. Sarà fondamentale proteggere ma soprattutto investire per attivare imprese e lavoro. Lavoro buono.
Sarà un autunno difficile e ci auguriamo davvero che Covid19 non torni ad affacciarsi. Cosa purtroppo non impossibile visti i numeri drammatici che sta raggiungendo negli Usa, in Brasile e nel centro America.
Anche per tutto questo non è tempo di tornare a giocare con le correnti e con la dama per dare scacco al segretario del Pd, tantomeno lo è se fai il sindaco di una città che ha già pagato tanto in questi mesi. Conviene provare a concentrarsi sulla serietà, sulla sofferenza che in questo Paese è ancora tanta, e sulle risposte da dare. Magari usando bene la mole importante ed inedita di risorse che avremo a disposizione per tentare di prenderlo quel treno: innovazione e ricerca, connettività dei territori, riduzione delle differenze e delle diseguaglianze, svolta green, sviluppo sostenibile e buona occupazione, di uomini e di donne.
Dobbiamo lavorare molto seriamente per ripartire. Il Pd sta facendo del suo meglio, con lealtà, con proposte, ed anche incalzando Governo e Presidente del Consiglio nel delineare le linee della ripartenza dell’Italia. E’ davvero tempo, anche per i partner di Governo, di lasciar perdere posizioni ideologiche e di concentrarsi sull’urgenza del paese e sulla strategicità di opportunità che vanno tradotte in investimenti, come il Mes.
Concludo con una spina enorme che tutti abbiamo nel cuore, quella della verità che ancora non c’è per Giulio Regeni. In questi giorni l’incontro tra la procura di Roma, e quella De Il Cairo non e andato affatto bene. Quei genitori non hanno ancora risposte, e nemmeno noi. Credo sia davvero giunto il momento di atti forti, anche perché intanto in quelle carceri Egiziane c’è di nuovo un ragazzo, uno studente dell’università di Bologna, che nemmeno riesce ad avere un processo Patrick Zaki. Non c’è più tempo, serve un atto forte.
E’ un’estate difficile e calda per i diritti e per il futuro che c’è da costruire. Ma costruire, e bene, dobbiamo. Spetta a noi, alla politica, ma alla classe dirigente intera di questo Paese, che almeno per una volta dovrebbe provare a remare nella stessa direzione.