Una legge nazionale sul cibo? Lavoriamoci.

Caro Dario,

ho letto con piacere questa mattina quanto scaturito dal convegno organizzato ieri da Unicoop Firenze. In questi anni, in modo particolare dopo Expo, la sensibilità dei cittadini attorno ai temi del cibo, della sicurezza alimentare, biodiversità, sostenibilità, dello spreco alimentare lungo tutta la filiera e dell’accorciamento di questa è molto cresciuta. Assieme a questa sensibilità sono nati approfondimenti, studi, competenze, sperimentazioni interessanti nelle città, nei piccoli Comuni, nelle aree rurali. Il tema del cibo oggi può diventare una chiave trasversale di lettura dello sviluppo, incredibilmente utile ai fini degli obiettivi che l’Europa si pone per il 2030 e per il 2050. Ci aiuta a far emergere dati impressionanti sulla povertà alimentare, anche infantile, peggiorata con la pandemia, e a far crescere le nostre comunità da un punto di vista sociale e ambientale.

In questi anni l’Italia ha prodotto anche innovazione normativa in materia. Siamo tra i pochi Paesi europei ad avere una legge nazionale sulla biodiversità agricola ed alimentare, una legge contro lo spreco alimentare. Anche anticipando alcuni dei contenuti delle strategie europee sulla biodiversità, con gli obiettivi sul green nelle città e “Farm to Fork”. Sono diventati legge i distretti del cibo e le comunità del cibo, cui si sono ispirati molti territori, compresa la Piana fiorentina che ha presentato pochi mesi fa il suo progetto in occasione del Festival dell’economia civile. Abbiamo, in questa legislatura, approvato alla Camera testi sulla filiera corta, contro le aste al doppio ribasso e sull’agricoltura contadina, stiamo completando l’iter per la tanto attesa legge per l’agricoltura biologica e proprio in Toscana ci sono sindaci che, assieme alle imprese, a cittadini e cittadine, hanno lavorato per far nascere Biodistretti. La Toscana ha fatto molto anche con norme regionali e proprio Firenze, con una interessante iniziativa dell’Accademia dei Georgofili, ospiterà nei prossimi giorni un appuntamento in merito.

Nel PNRR ci sono risorse importanti per le mense scolastiche, per l’innovazione, per le filiere sostenibili e dal 2023 ci saranno i nuovi fondi per lo sviluppo rurale.

Ma tra le cose più interessanti avvenute nel nostro Paese va segnalata l’esperienza delle “Food policies”, le politiche del cibo nelle città. Comuni di grandi dimensioni, a partire da Milano, ma anche aree rurali e piccole comunità hanno approvato delibere e sviluppato progetti fortemente innovativi mettendo in relazione competenze, soggetti, imprese, agricoltori, cittadini, associazioni di volontariato. Si è lavorato su filiere corte e innovative, sullo spreco, sul consumo di suolo, sulle emissioni. Anche in Toscana, Anci e la stessa Regione hanno lavorato in questa direzione e non più di qualche settimana fa il Comune di Milano ha avuto un importante riconoscimento vincendo l’Earthshot Prize con il progetto “Build a waste free world”. A tutto questo aggiungo il lavoro che competenze delle Università di Siena, Pisa, Firenze esprimono.

Insomma, un insieme molto fertile e interessante di innovazioni, sperimentazioni, norme molto importanti in una stagione come questa e in attesa di conclusioni adeguate della Cop26.

Cosa serve, dunque, in questo momento per accompagnare al meglio questa ricchezza e tradurla in un utile acceleratore virtuoso? Non so se serva ancora una legge, può darsi, ma certamente è il tempo di lavorare utilmente a un Piano Nazionale del cibo, magari partendo dal modello dei piani del cibo locali.

Sarebbe assai utile che parlamentari e sindaci facessero il punto su tutto questo, magari mettendo a punto le norme necessarie. Firenze potrebbe essere capitale e motore di una nuova fase in cui provare davvero a lavorare assieme, in modo utile. Ciò che tu scrivi è fondamentale in questo momento: con politiche oculate attorno ai temi del cibo si sostengono gli agricoltori, che sono custodi e presidio del territorio, si interviene sulla salute e sulla cultura del cibo, di contribuisce agli obiettivi sul clima.

Mettiamoci al lavoro.

 

Susanna Cenni

Vicepresidente Commissione Agricoltura della Camera

Già assessore regionale all’Agricoltura