In questa estate segnata dal precipitare della crisi e dal susseguirsi delle manovre, ho letto l’ultimo bel libro di Gioconda Belli, “Nel paese delle donne”, che racconta di un immaginario paese del Centroamerica in cui le donne riescono ad arrivare al potere con un loro partito, il partito della sinistra erotica, e con un programma riformatore ‘mettono a lucido il loro Paese’. Riescono a rivoluzionare l’economia, a cambiare il volto della città, a stravolgere i tempi di vita e le regole. Nel volume ci sono asili nido sul posto di lavoro, tutte le donne hanno un’occupazione e, di conseguenza il prodotto interno lordo cresce. Purtroppo è solo un romanzo. Noi viviamo, al contrario, in un paese del Sud Europa, dove un pezzo pesante della crisi rischia di gravare sulle spalle delle donne e dove i ministri del lavoro, adeguandosi allo stile del capo, per spiegare la parte della manovra che fa macelleria sui diritti, fanno battute sulle suore e sugli stupri. E questo non è un romanzo. Clicca qui per visualizzare l’articolo completo pubblicato su L’Unità del 12 settembre.