Sono giorni importanti, nei quali le scelte che verranno compiute faranno la differenza. Sarà così per l’Italia, giovedì 18 aprile inizieranno le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica. Saranno importanti anche per Siena, dove sabato 20 aprile il Pd terrà le sue primarie per il candidato sindaco.
Sono in Parlamento dal 2008 ed è quindi la prima volta che concorrerò all’elezione del Presidente. Il toto nomi impazza, e domani ci riuniremo per discutere nel gruppo parlamentare. E’ indubbio che anche io abbia delle preferenze, dei nomi in mente, auspici. Mi piacerebbe che potessimo continuare a dare un segnale importante al Paese, magari scegliendo per la prima volta una donna. Mi piacerebbe che guardassimo ad alcuni intellettuali che ci hanno aiutato in questi anni a leggere in profondità la modernità della nostra Costituzione, a figure di prestigio davanti all’Europa e al Mondo.
Ma la scelta non potrà essere per il Pd solo la selezione del migliore nei nostri pensieri. Dovremo fare quella scelta ricordando la Costituzione, il Presidente “rappresenta l’unità Nazionale”. Certamente non sarà facile per nessuno, dopo Napolitano, svolgere questo compito. Il nostro Presidente in questi anni ha rappresentato uno straordinario punto di riferimento per il Paese, ha preso le redini della nostra credibilità nei momenti più difficili, risollevandola, accompagnando una politica fragile, indicando la rotta. Quell’emergenza non è finita, e per questo non sarà indifferente la scelta, la dimensione del consenso che saremo capaci di costruire attorno a una figura prima di tutto autorevole, che all’indomani del suo insediamento dovrà dare l’incarico per formare un governo o sciogliere le camere, in una fase drammatica dal punto di vista economico e sociale.
Ecco cosa siamo chiamati a fare. Scegliere una persona in grado di tenere la rotta, avere la fiducia di una grande maggioranza di italiani, individuare, assieme alle forze politiche, la strada per dare una guida alle politiche di cui l’Italia ha una necessità vitale. Tutto questo mentre le grida di dolore di imprese e famiglie sono quotidiane, la sfiducia verso la politica cresce. C’è bisogno di fare presto, e certo il risultato elettorale, il quadro di ingovernabilità complica terribilmente lo scenario delle possibili soluzioni.
Il Movimento 5 Stelle continua nella sua scelta di alterità rispetto a un possibile impegno ed è per noi impossibile pensare a un governo con il Pdl, ma il Paese ha bisogno di governo e ne ha bisogno urgente. Ha bisogno di provvedimenti per le imprese e per le famiglie, ha bisogno di riforme, ha bisogno di snellire un apparato burocratico oramai immobile che rallenta ogni iter mentre c’è bisogno di correre. Il Pd ha elaborato alcune proposte. Alcune idee sono state raccolte dal gruppo dei saggi anche se su alcune mi sento di dissentire. C’è materiale su cui lavorare.
Anche a Siena è il tempo delle scelte: sono stati mesi di martellamento quotidiano sulla vicenda Mps; la magistratura sta facendo il proprio mestiere, ci sono i primi provvedimenti; si sta discutendo del nuovo statuto della Fondazione; ci si prepara ad aprire una nuova stagione, che ha davvero bisogno di chiudere una fase. La città è tuttora attraversata da smarrimento e sfiducia. Un anno di commissariamento si fa sentire, la politica è sotto osservazione e gli attacchi alla città, alle sue istituzioni e anche alle persone continuano a essere violenti, toccando punte di irresponsabilità e vero e proprio sciacallaggio.
Ricominciare. Siena deve e può ricominciare, con persone che hanno voglia di rimboccarsi le maniche, con umiltà, al servizio della comunità, ma anche con idee ambiziose per tornare a essere, come gli stessi candidati dicono, la Grande Siena. Il riscatto è possibile.
Alessandro Mugnaioli, che ho avuto modo di conoscere come professionista, bravissimo e stimato nel suo lavoro, pacato e capace nella cosa pubblica, come ha già dimostrato di saper fare nella sua breve esperienza di vice sindaco, e Bruno Valentini, che ovviamente conosco da anni, dinamico sindaco di Monteriggioni, innovatore nelle politiche istituzionali, coraggioso e pungente protagonista senza reticenze del dibattito politico locale, si stanno misurando intensamente sulle loro idee di futuro. Entrambi, pur con caratteristiche e sostenitori diversi, rappresentano un’opportunità per Siena. Un punto da cui ripartire. Non so se è la strada più utile in questa fase o se un candidato unitario avrebbe potuto contribuire di più e meglio a questo obiettivo, e di candidati possibili abbiamo letto, sentito raccontare. Ma quella soluzione non è stata possibile e le primarie rappresentano per il Pd lo strumento più utile a guardare avanti e a compiere passi per ricominciare davvero.
Scelte. Scelte locali e nazionali. Scelte che hanno il dovere di guardare all’interesse delle comunità e del Paese, prima che ai singoli uomini. Ci sarebbe bisogno di un Pd unito, compatto, ma i toni e anche i vocaboli che volano in questi giorni non aiutano, semmai allontanano ulteriormente. Non mi piace questa esibizione muscolare. Non mi sono piaciute le aggressioni. Resto convinta che quando i toni si alzano troppo, quando manca il rispetto reciproco, difficilmente si riesce a costruire. E, invece, c’è soprattutto bisogno di costruire, perché molto si è distrutto e per costruire c’e bisogno di tutti.
Il pluralismo e la dialettica si possono esercitare molto bene, anche con vivacità, ma sfidandosi sulle idee, sui progetti, sulle opzioni diverse. Proviamoci. In questi giorni due ministri del governo Monti si sono iscritti al Pd: di tratta di Rossi Doria, sottosegretario all’istruzione, e Antonio Barca, Ministro alla coesione territoriale. E’ una buona notizia e sarà interessante confrontarsi anche con la piattaforma che Barca ha presentato.
Sono giorni turbolenti e complicatissimi, e anche il gravissimo attentato di Boston ci ricorda quanti fronti siano aperti oltre il nostro orizzonte. Abbiamo bisogno di un Pd in piedi, capace di avere una visione e di dare risposte concrete, molto concrete a chi non ha più tempo per aspettare. Spero di cuore che entro Sabato tutte le scelte siano compiute.
Susanna Cenni
Ciao Susanna, sto vedendo in tv la Rosy Bindi e sinceramente mi convinco ancor di più che forse era meglio se la mettevate a far compagnia a D’Alema. Sto seguendo il dibattito sulla candidatura per il presidente della repubblica, e mi permetto di fare alcune considerazioni. Amato, indecente, impresentabile, l’unica cosa che potrebbe fare di utile per l’Italia è rinunciare alle sue pensioni e sparire ad Hammamet. Baffino D’Alema, faccia il pensionato, è grazie a Lui se non è stata fatta la legge sul conflitto d’interessi. Marini, chi ha fatto il sindacalista per cooerenza non dovrebbe fare altre attività politiche, se non è così può dare adito a sospetti sulle sua correttezza morale. Ed infine, penso che se non volete fare l’accordo con il caro Silvio sarebbe meglio dirigere su candidature meno “politiche” e più rappresentative della società. Ti invito anche a pensare che in caso di elezioni a breve questi passaggi avranno in peso,che a mio parere, sarà rilevante. Gabriele
Sono di nuovo a scriverti. Oggi per problemi di lavoro non ho potuto serguire le votazioni ma appena arrivato a casa mia moglie mi ha dato la buona notizia. Marini kaput. Forse un partito un pò di sinistra esiste ancora. Alle elezioni ho votato Sel alla camera e PD al senato, molto meno convinto degli anni passati ma per dare una “mano”. Visto come è passata la giornata spero ci sia la possibilità di eleggere un presidente quanto meno non gradito dal PDL e ti invito a farti portatrice di questa soluzione. Non so se a voi “politici” interessa, ma se così non andasse, per me sarebbe chiusa la fase di simpatizzante del PD e nel futuro lavorerei affinchè codesto partito, che sta dando oggi una quantomeno non bella immagine, possa fare il percorso della cara DC. Sarebbe sufficente come pura rappresentanza del passato. E, se ci arrivate, dopo il presidente ti chiedo di prendere i provvedimenti necessari pe tagliare pensioni e stipendi, che oggi sono considerati, dagli italiani insostenibili.
A proposito, non ho capito perche un pò di mesi indietro sono stati considerati non tagliabili stipendi e pensioni degli alti burocrati, mentre potete tranquillamente tagliare le pensioni e gli stipendi dei “poveri”. Saluti Gabriele