L’Italia ha adesso una legge che regola le Unioni Civili. Finalmente. Non ricordo più quante volte mi sono trovata a discutere dei richiami dell’Unione Europea, della Corte di Giustizia, quante volte i tribunali Italiani hanno superato la politica con le loro sentenze riconoscendo genitorialità e diritti.
Non sono stati mesi semplici. La meta con la legge Cirinnà sembrava in dirittura d’arrivo, poi il dietrofront del M5S, la fiducia, la ridefinizione di un testo più modesto che lascia per strada la stepchild, ma afferma il riconoscimento delle coppie anche omosessuali che vorranno recarsi davanti a un sindaco a sancire la loro scelta e il loro progetto di condivisione di gioia, di vita e anche di difficoltà.
Un risultato atteso da venti anni, raggiunto tardi e per ultimi in Europa, ma che ci dice che possiamo continuare a batterci ancora contro l’omofobia, per le adozioni, per il riconoscimento dei bambini che oggi già sono nati e sono in famiglie che li amano.
Sono certa che ci arriveremo, e comunque ci batteremo ancora senza fermarci, come in questi giorni si fa a Siena con la Settimana contro l’Omofobia, o con il Toscana Pride del prossimo 18 giugno a Firenze.
Intanto è stato bello poter schiacciare quel tasto e sentirsi orgogliosi di un’Aula che guardava alle attese di tante e di tanti, e faceva compiere un salto di qualità alla sua civiltà .
Qui potete vedere il video che sintetizza la nuova normativa.