Olanda: Wilder non ha sfondato.
In Europa si tira un respiro di sollievo, forse l’onda populista non è ineluttabile, si può fermare. Poi guardi meglio i numeri e ti accorgi che i Laburisti tracollano, passando da 38 a 9 seggi, e ti chiedi dove è la sinistra, cosa fa, cosa dice? Non è quindi una forza espressione della sinistra europea ad arginare quel pericolo, ma la resistenza del partito del Premier Rutter, l’ingresso in parlamento di una forza antirazzista, l’avanzamento forte dei Verdi.
Vedremo i dati, cercheremo di capire meglio, ma già in questo appuntamento c’è tanto sui cui riflettere. È il primo appuntamento di uno dei Paesi europei alle urne nel 2017. Seguiranno Francia e Germania.
Mentre iniziano le celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma è impossibile non farsi domande profonde su come rilanciare quello spirito europeo. Uno spirito necessario per arginare le tentazioni neo nazionaliste, i rigurgiti xenofobi, antislamici che rischiamo di sposarsi con il disagio e la rabbia che albergano dentro le crepe prodotte dalla crisi e che vengono alimentate anche nel nostro Paese da alcune forze politiche antisistema.
A questo ciclone si può rispondere solo con un’Europa più capace di parlare ai cittadini e di rispondere ai bisogni sociali. E mi piace il richiamo che la Presidente Laura Boldrini ha fatto alla “tripla A sociale”, con una Sinistra unita e più forte. La Sinistra che serve.
Ieri sera la Commissione Lavoro della Camera ha approvato, con un emendamento, l’abrogazione totale dell’uso dei voucher.
Non si celebrerà più quindi il referendum promosso dalla Cgil e già previsto per il 28 maggio.
Io credo che sia un errore.
Del resto da tempo è stato depositato un disegno di legge a prima firma Cesare Damiano che anche io avevo sottoscritto che limitava moltissimo questo uso.
La commissione lavoro, con la relatrice Patrizi Maestri, aveva già ben lavorato a un ridimensionamento dello strumento voucher limitandolo all’uso delle famiglie. Di fatto con l’emendamento approvato salta tutto quanto.
E bene ricordare che lo strumento voucher non è un male in sé. E’ nato proprio per eliminare alcune sacche di nero (utilizzo sporadico di colf, studenti e pensionati per la raccolta di uva e olive…). In questi casi anziché i contanti si utilizzavano i voucher passando dal nero a un rapporto trasparente. Purtroppo questo uso è esploso. Le indagini sugli incidenti sul lavoro ci hanno raccontato della “casualità” di incidenti capitati a pochi minuti dall’acquisto di voucher…e anche molto altro.
La volontà della Cgil di rivedere fortemente lo strumento non poteva che essere condivisa, ma io credo che il legislatore e il Governo hanno il dovere di ragionare. Certo , bisogna ragionare anche con i promotori del referendum che è stato sottoscritto da tre un milione di lavoratori. Adesso si dovrà comunque tornare sul tema, e spero ci si torni nel modo giusto.
Lunedì scorso Andrea Orlando, ministro della giustizia e candidato alla segreteria del Pd, ha fatto tappa a Siena. Ad attenderlo una sala strapiena, come poche volte mi è capitato di vedere alla Saletta dei Mutilati. Tanto popolo del Pd, molti ragazzi. Io e Simone Bezzini abbiamo organizzato l’incontro in preparazione del calendario congressuale che vedrà nelle prossime settimane le riunioni dei circoli, e il 30 aprile lo svolgimento delle Primarie.
Ho sottoscritto la candidatura di Andrea Orlando e lo sosterrò convintamente in questo congresso per molte ragioni. Andrea è stato assieme a Gianni Cuperlo tra coloro che più si sono attivati per evitare la scissione, per aprire una fase di discussione programmatica nel Pd dopo il voto referendario, per approfondire le ragioni di un distacco tra noi e i cittadini esplicitato con chiarezza nelle ultime elezioni regionali, amministrative e nello stesso referendum. Andrea ha messo al centro della sua proposta politica la volontà di rilanciare il progetto del Pd, un Pd adesso fragile, diviso, e purtroppo in alcune aree del Paese o scomparso, o compromesso. Quel progetto resta l’unica vera possibilità che l’Italia ha di reagire ai rischi avanzata di destre e populismi. Il Pd ha rappresentato la speranza di tanti italiani, il Governo Renzi ha fatto diverse buone cose, mentre su altre, come mi è già capitato di dire, avremmo potuto far meglio. Adesso però serve davvero una svolta capace di recuperare chi è rimasto indietro, e serve un partito, un partito vero, partecipato che sia la casa di tutti. Un Partito capace di tornare a parlare con le periferie sociali che abbiamo trascurato.
Nella proposta di Andrea Orlando trovo molto di tutto questo: una grande determinazione nella volontà di ricostruire, recuperare, guardare avanti, e uno stile giusto, che mette al bando linguaggi arroganti ed escludenti. Perché sì, anche lo stile dice tanto della politica e delle persone. Le persone, ecco, il passaggio dall’io al noi non si fa con un ticket, ma con le persone, tante, con gli uomini e le donne.
Le persone. E lunedì eravamo in tante e tanti.
Si comincia. Cerchiamo di fare un buon congresso, cerchiamo di fare un buon Pd.
Susanna Cenni