Nei giorni scorsi, con il collega Luca Sani, ho presentato un’interrogazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministeri della Salute e dello Sviluppo economico per chiedere che il Governo si esprima chiaramente sulla possibilità di coinvolgere il sito produttivo Gsk a Rosia nella filiera di produzione dei vaccini anti-Covid in Italia.
Quello di Rosia è un centro di eccellenza internazionale nella produzione dei vaccini ed ha già avanzato la propria candidatura per collaborare alla costituzione di una filiera nazionale mediante la riconversione di alcune linee produttive. Secondo i sindacati, con la capacità produttiva delle sue linee di infialamento e confezionamento potrebbe produrre fino a 30 milioni di dosi al mese. Inoltre, sia il responsabile globale della ricerca Gsk, Rino Rappuoli, che il responsabile della produzione del sito di Rosia, David Serp, hanno confermato la possibilità di utilizzare gli impianti esistenti per formulare, infialare e confezionare conto terzi i vaccini attualmente approvati e senza bisogno di interventi di riconversione particolarmente complessi.
Ecco perché è indispensabile comprendere quali siano le intenzioni del Governo.