I soccorritori con i loro mezzi si sono fermati all’hotel Rigopiano. Per una settimana hanno lavorato, cercato, scavato con le mani, con ogni mezzo, con pazienza instancabile di giorno, di notte, senza sosta. Sono arrivati in sci, sfidando l’impossibile. A tutti è apparso un miracolo veder uscire dal ghiaccio delle vite, dopo giorni. I bambini, alcuni adulti, i cuccioli di pastore. Poi purtroppo il lungo elenco delle vittime. Vittime della neve, del ghiaccio, delle pietre. Di tutto quello che è “venuto giù”, insieme alla montagna. La terra che ha tremato e non cessa di tremare, una quantità di neve che non si vedeva da decenni, una valanga che ha portato via tutto, compreso quel luogo di relax che, quasi certamente, là non doveva esserci.
Dal mese di agosto ad oggi sono decine di migliaia le scosse che hanno sconvolto le vite di paesi, abitanti, bambini, animali. E migliaia sono i nostri volontari, la protezione civile, i vigili del fuoco impegnati a proteggere, aiutare, sollevare i residenti accanto ai Sindaci. Ma non è bastato. Ci sono i ritardi nonostante la protezione civile, il commissario, le risorse stanziate dal Governo. C’è esasperazione. La vita è difficile, e la natura pare implacabile. Il lavoro, la scuola, la normalità sembrano sospese. Immagini che sembrano riportarci al dopoguerra. C’è rabbia. Una rabbia incontenibile.
Una valanga di donne, tantissime, ha ricordato, nel giorno dell’insediamento di Donald Trump, la distanza tra il nuovo Presidente degli Stati Uniti e i risultati giunti con l’amministrazione Obama, dalla sanità ai diritti civili, dall’aborto alla battaglia contro la diffusione e l’uso delle armi. Ma Trump ha vinto, adesso è insediato ed ha già iniziato la sua controrivoluzione, e lo ha fatto democraticamente, con l’appoggio di una parte di quei ceti più in difficoltà che, per lungo tempo, hanno rappresentato la base elettorale dei democratici americani: gli operai e i senza lavoro che nonostante gli sforzi di Obama non vedono la propria vita cambiata. Una sconfitta dei democratici, delle forze progressiste, dei diritti civili, degli immigrati, delle donne. Un tema distante, che riguarda solo il mondo oltreoceano? Purtroppo non è così. Abbiamo visto tanti aspiranti “trumpisti” in questi giorni. Riuniti in foto di gruppo, pronti alla loro controrivoluzione. La Francia si prepara al voto con una Le Pen in pole position, Salvini mette i dopo sci per contribuire ad alzare la rabbia già grande delle popolazioni terremotate, Grillo dal blog spiega ai suoi che prima di parlare si chiede il permesso.
Dopo la valanga dei No alla riforma costituzionale, la sentenza della Consulta consegna alla storia una legge mai usata: l’Italicum, e genera un mostro proporzionale che ricondurrebbe dritto alle larghe intese. Nonostante ciò si sono susseguite, anche con qualche entusiasmo di troppo, le richieste di andare subito al voto, con questa norma. Resta da capire il nesso di senso tra queste dichiarazioni e le precedenti affermazioni, le volontà, le motivazioni che hanno imposto addirittura un voto di fiducia, sostituito deputati, e visto le dimissioni di un capogruppo per un testo maggioritario, considerato “un modello”. Io credo che la politica debba provare a fare il suo mestiere, e consegnare all’Italia un testo dignitoso e serio, un testo utile a “rappresentare” i cittadini e le cittadine. Ritengo sopratutto che il Pd debba lavorare per ricostruire un progetto ed una prospettiva di centrosinistra in Italia.
Un’altra slavina, fortissima, ci avvicina, invece alla verità su Giulio Regeni. È trascorso un anno da quando questo giovane ricercatore è morto. E pochi giorni fa un video ha raccontato al mondo la pesantezza delle bugie costruite ad arte da servizi ed autorità egiziane. Giulio era un giovane e capace ricercatore, un ragazzo Italiano appassionato ed onesto che non aveva esitato a recarsi in un luogo difficile per fare ricerca sul campo. Adesso c’è anche un filmato a raccontarlo al mondo intero. La sua famiglia non ha mai mollato, e per fortuna anche l’opinione pubblica, le istituzioni italiane. Adesso la verità è più vicina, serve arrivare in fondo, serve giustizia per onorare Giulio e non solo!!
Tornando all’origine di questi pensieri sparsi cerco il significato della parola valanga. Mi viene in aiuto Wikipedia, secondo cui, la valanga: “è un fenomeno che si verifica quando una massa di neve o ghiaccio improvvisamente si mette in moto su un pendio, precipitando verso valle a causa della rottura della condizione di equilibrio presente all’interno del manto nevoso, per effetto di uno stress interno che porta al raggiungimento del carico di rottura, ovvero quando la forza di gravità che agisce sul pendio innevato supera le forze di coesione del manto nevoso che agiscono in senso opposto”. Rottura di equilibrio. Effetto di uno stress. Carico di rottura. Superamento delle forze di coesione. Non è accaduto solo all’hotel Rigopiano. Sono tutte fortissime definizioni simboliche di situazioni pesanti in atto, che stiamo vivendo in Italia, negli Usa, nel mondo. Esagero? Lo spero, ma ascolto le persone, seguo, vedo come tutto ciò che c’è nell’aria, e troppo spesso non vedo risposte all’altezza. Ilvo Diamanti qualche giorno fa ci ha raccontato della voglia che c’è nel Paese di un “uomo forte al comando”. E’ pericoloso e sbrigativo. Ed è segno di una grande e generale sfiducia. A me pare che ci sia un bisogno formidabile di abbassare i toni, e di lavorare con grande serietà ed umiltà alla costruzione di nuovi equilibri, di nuove solidarietà ed anche di nuove responsabilità per fermare quel moto, per arginare la rabbia, per far girare i motori nella giusta direzione, per ricostruire una visione che poggi saldamente i piedi nella realtà, e non si accontenti dei modelli vincenti, servono progetti collettivi per i quali valga la pena di impegnarsi, lavorare, credere e sperare. Altrimenti le slavine non si fermeranno. E sotto le slavine rischia di finire la speranza, la fiducia, forse la stessa democrazia.
Si può ancora fare. La politica, gli uomini e le donne sono stati capaci di farlo dopo guerre terribili. Si deve fare. E’ compito di chi crede ancora nella funzione della sinistra, di una sinistra vera, una sinistra che investe su idee forti, idee capaci di diventare patrimonio politico e culturale di tutti e non slogan da tendenza sui social.
Per finire due appunti: la scorsa settimana c’è stata una bella iniziativa promossa dal Pd di Castelnuovo, con tutti i rappresentanti politici ed istituzionali del nostro partito. Una bella occasione, un richiamo alla forza collettiva della nostra comunità. Spero che non resti un episodio isolato. Il 10 febbraio vi aspetto a Siena. Presenteremo il rapporto di Oxfam sulle diseguaglianza. Sarà una occasione di bella politica.