In quella che, presumibilmente, sarà l’ultima newsletter dell’anno voglio iniziare con due notizie positive, molto importanti. La prima è l’approvazione in via definitiva al Senato delle norme di modifica ai decreti Salvini che finalmente pongono la parola fine a un’impostazione punitiva e disumana in materia di salvataggio e accoglienza dei migranti. La seconda è la liberazione e il rientro dei 18 pescatori di Mazara del Vallo che, per ben tre mesi, sono stati prigionieri in Libia.
Sono entrambe frutto di un impegno del Governo. La prima, in particolare, è una esplicita richiesta del Pd formulata alla nascita del Conte-due, quale condizione per la partecipazione stessa del partito. Anche al Senato, come già avvenuto alla Camera, abbiamo dovuto assistere a uno spettacolo indecoroso da parte della Lega, con l’invasione dei banchi del Governo, in barba a ogni norma di distanziamento e sicurezza anti-Covid, e ogni estrema azione ostruzionistica che poco ha a che fare con il pluralismo e il confronto democratico parlamentare. Sulla seconda questione, voglio ricordare la drammaticità di mesi in cui è stato difficilissimo comprendere l’esito possibile e di familiari determinati e forti che mai hanno abbandonato la speranza di riabbracciare i loro cari, trascorrendo giorni e notti sotto una tenda di fronte a Montecitorio. Tra i tanti atti parlamentari compiuti da tutti noi c’è anche una mia interrogazione. Ne sapremo di più nei prossimi giorni.
Le luci natalizie sono accese, anche se il clima non è certo quello ricorrente di ritrovo e serenità. Purtroppo, dovremo vivere feste diverse, più solitarie e indubbiamente sobrie, nella speranza che il sacrificio che ancora una volta viene chiesto agli italiani possa consentirci di vedere la luce in fondo a questo terribile tunnel dei contagi e di tante, troppe morti, con un record che non vorremmo avere. È stato impressionante ciò che il presidente dell’Istat ha detto pochi giorni fa su questo 2020: «Oltre 700.000 decessi come nel 1944, solo che allora uscivamo da una guerra». L’Italia è un Paese con un tasso di invecchiamento molto alto, con poche nascite, su cui il Covid ha picchiato duro. Un Paese che ha cercato di reagire alla crisi pandemica con provvedimenti importanti, con l’obiettivo di non lasciare nessuno da solo e che, anche in queste ore, sta varando misure dentro la legge di Bilancio e prevedendo nuovi ristori per gennaio soprattutto per commercio, turismo e ristorazione. Un Paese che dovrà davvero essere capace di usare il Next Generation Eu come la chiave di volta per una rinascita e una ripartenza su basi nuove, scommettendo su Green Deal, innovazione, riduzione delle diseguaglianze. E di certo l’utilizzo del Mes sarebbe molto utile per investimenti qualificanti nel sistema sanitario.
Saranno comunque tanti soldi che non ci possiamo permettere di spendere male. Su questa partita è aperto un confronto nella maggioranza con l’obiettivo di migliorare la proposta complessiva che il nostro Paese avanzerà a Bruxelles a partire da febbraio e, soprattutto, di compiere un salto di qualità nel sistema istituzionale ed economico che cura la progettazione e l’attuazione del parco progetti. Il Pd sta lavorando in questa direzione alla definizione di un patto di legislatura, delle grandi priorità. In tutto questo stonano, invece, alcuni atteggiamenti di una parte della maggioranza; non aiutano le divisioni nel M5S, ma non aiutano gli ultimatum – veri o tattici che siano – di altri e, in modo particolare, di Italia Viva, sinceramente poco comprensibili in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo. È certo che se questo lavoro di riallineamento e di rilancio non sarà possibile, se davvero dovessimo dare al Paese l’immagine di una coalizione rissosa con attori che mettono in campo strategie utili a tirare oltremodo la corda della visibilità, allora resterebbe una sola seria strada, già fatta intravedere dal Presidente Mattarella: quella del voto anticipato.
Sarebbe la strada più trasparente, ma sarebbe anche una sconfitta per tutti, di certo poco utile in un momento in cui, a fare la fila, non ci sono solo i cittadini in cerca di shopping natalizio ma anche tanti che, per la prima volta, ricorrono alle mense della Caritas.
Mi auguro, allora, che prevalga l’interesse del Paese e quello che una volta si definiva senso dello Stato, ingrediente che dovrebbe sempre appartenere alle classi dirigenti, quelle politiche e non solo.
Intanto a noi tutte e tutti, a voi che avete la pazienza di seguirmi e leggermi, i miei più cari auguri per qualche giorno di riposo e di serenità.
Susanna