Qualche giorno fa nel suo blog Gianni Cuperlo proponeva ai suoi lettori una riflessione su quanto stava accadendo in Puglia, sulle dinamiche innescate e sui diversi progetti politici rappresentati da Vendola e Boccia. Il suo ragionamento si concludeva con una affermazione che condividevo e condivido tutt’ora: chiunque vinca, il centrosinistra in Puglia avrà un ottimo candidato. Ha vinto Vendola, con un’affermazione nettissima e chiarissima, e lui, il Governatore uscente, sarà il candidato che il centrosinistra sosterrà in Puglia. Quelle di marzo non saranno elezioni semplici. E come ben sappiamo non saranno elezioni… solo regionali. La valenza di quel passaggio sarà infinitamente più rilevante per molte partite che sono aperte nel Paese. In queste settimane non sempre sono state brillantissime le immagini che il Pd ha dato di sé in giro per l’Italia. Ma con la conclusione delle primarie pugliesi, i candidati sono in campo ovunque, ci sono idee e progetti di governo e il ritmo dovrà necessariamente cambiare. Dovrà cambiare perché in gioco ci sono punti pesanti.
Alla camera questa settimana si discute la norma sul “legittimo impedimento”, mentre il premier è coinvolto in una nuova vicenda giudiziaria (per truffa fiscale), dopo che al Senato la scorsa settimana è stato approvato il testo sul cosiddetto “processo breve”, senza alcun “senso di vergogna” come ha ricordato la capogruppo Anna Finocchiaro. Intanto in questi giorni Eurispes ha reso noti i dati sulla fiducia degli Italiani verso le istituzioni. Dati che vedono una crescita della fiducia nei confronti del Presidente Napolitano, un calo di fiducia nel Governo, verso il Parlamento ed un giudizio pesante nei confronti dei Partiti. Credo che sia da prendere molto sul serio questi dati imparando meglio a non dare più per scontato alcun risultato e forse a rendere più riconoscibili le nostre idee e le nostre proposte in un contesto che rischia ogni giorno di apparire sempre più indistinto, e soprattutto non utile alla vita delle persone.
Si perché, da lungo tempo nei telegiornali e nei (pochi) spazi di approfondimento giornalistico non si fa che parlare di processo breve, legittimo impedimento, lodo Alfano costituzionale e altre leggi ad personam, peraltro mai presentate come tali ma al contrario spacciate come tentativi di riforma della giustizia. I processi vanno avanti, il tempo stringe e il premier deve chiudere al più presto la partita con i magistrati, peraltro in un clima di delegittimazione della magistratura che (come rivelano recenti intercettazioni di esponenti della criminalità organizzata) rischia di isolare ulteriormente chi lotta contro le mafie e di esporlo ancora di più alla violenza delle cosche.
Intanto il governo, tutto preso com’è dai guai dell’imputato Berlusconi, si dimentica di affrontare i problemi del Paese: il lavoro, la crisi che minaccia migliaia di imprese e milioni di famiglie, la tutela sociale a rischio per milioni di persone, la produttività dell’azienda Italia che, anche nell’ambito della crisi globale, stenta a stare al passo con gli altri Paesi europei. Problemi che la Finanziaria si è guardata bene dall’affrontare e intorno ai quali il governo ha chiuso ogni spiraglio di confronto con le opposizioni, respingendo tutti i nostri tentativi di migliorare il testo della manovra economica. È in questo clima che il Paese si avvicina all’appuntamento di fine marzo (il 28, lo ricordo) con le elezioni regionali. In molti casi, ripeto, lo spettacolo offerto dalla politica non è stato dei più edificanti. E forse anche noi in qualche momento abbiamo messo in secondo piano i lavoratori sui tetti o sotto le tende, a testimoniare una situazione che attende risposte.
Certo in Toscana le cose vanno un po’ meglio. Enrico Rossi è da tempo il candidato condiviso e già da qualche settimana è al lavoro, sta girando per la Toscana, incontra i cittadini per conoscere meglio le istanze e le proposte delle forze sociali nei diversi territori.
Il tour di Enrico Rossi ha fatto tappa a Siena il 18 e 19 gennaio. Con Enrico ci conosciamo da anni per aver lavorato fianco a fianco come assessori della giunta Martini. E’ un uomo che stimo molto, di grande onestà intellettuale. Il 18 l’ho incontrato nella sua due giorni senese per fare il punto delle priorità del nostro territorio, dalle infrastrutture, alla crisi dell’Università, al contenimento della spesa pubblica. Al centro del suo viaggio ci sono sicuramente il lavoro, la crisi, la coesione sociale che rischia di essere presto un’emergenza per migliaia di famiglie, anche in Toscana, ma con una grande determinazione nel guardare al domani, al futuro, alla Toscana che verrà.
Nella nostra regione ci sono 40mila persone in cassa integrazione e mobilità che, nel 2010, perderanno ogni tutela sociale, visto che gli ammortizzatori sociali vanno a scadere. Rossi si è in primis impegnato ad intervenire con risorse della Regione, se sarà necessario, a sostegno del lavoro, della formazione e del reinserimento professionale, ma grande è stata la sua attenzione verso quelle piccole imprese che stanno tenendo e investendo anche in questa difficile fase. Negli ultimi 5-6 anni il Pil toscano ha perso 5 miliardi di euro, pari a circa il cinque percento. Per recuperare dovremo correre e per farlo sarà fondamentale essere uniti. Occorrerà ammodernare le infrastrutture, fare sistema nei trasporti, nella pubblica amministrazione, nel sostegno all’impresa e al turismo. L’obiettivo, insomma, è quello di replicare l’esperienza di eccellenza della sanità toscana in tutti i settori di governo, e per fare questo Enrico Rossi è certamente la persona giusta. Con Enrico in Toscana, con Emma Bonino nel Lazio, con i candidati che sono stati scelti adesso c’è da correre. Quell’allarme dell’Eurispes riguarda anche noi.
Riguarda il Partito democratico, che non può certo permettersi una nuova immersione in dibattiti interni che sanno sempre di più di stantio. Riguarda il governo delle Regioni, che oggi hanno competenze fondamentali per la vita degli uomini e delle donne. Riguarda la democrazia di questo Paese, che non può vedere il Parlamento impantanato tra voti di fiducia e leggi ad personam. Riguarda i tanti, i troppi che non ce la fanno davvero più a tirare la cinghia… e ai quali dobbiamo dimostrare sul serio che qualcosa può cambiare. Dobbiamo farlo con idee forti, con uomini e donne giusti e mettendo in campo una rinnovata etica della pratica politica istituzionale.
• Il sito della campagna di Enrico Rossi
• L’interpellanza urgente su Novartis
• La risoluzione della commissione agricoltura sui danni del maltempo in Toscana
Cara Susanna, come sempre ho letto con interesse il tuo sguardo attento a ciò che avviene e che con grande capacità sai partecipare a tutte/i noi che ti leggiamo. Nelle tue parole sento sempre una spinta forte a non fermarmi e a non arrotarmi su me stessa, a guardare oltre anche se, per dirla con le tue stesse parole: “…in queste settimane non sempre sono state brillantissime le immagini che il Pd ha dato di sé in giro per l’Italia. Ma con la conclusione delle primarie pugliesi, i candidati sono in campo ovunque, ci sono idee e progetti di governo e il ritmo dovrà necessariamente cambiare. Dovrà cambiare perché in gioco ci sono punti pesanti”.
In tanti ci aspettiamo che la situazione cambi nel Paese ma anche dentro al nostro Partito che a fatica arranca e, a volte, con molte ambiguità.
Ma ora ci aspetta la campagna elettorale che spero non sia solo a colpi di interviste TV.
Un abbraccio
Antonia Banfi