Il percorso per combattere il fenomeno della violenza contro le donne sta finalmente assumendo una dimensione chiara e forte. Il voto unanime della Camera dei deputati di pochi giorni fa ha consentito di ratificare la Convenzione di Istanbul del 2011, fornendo finalmente al nostro Paese uno strumento importante e innovativo per combattere la violenza. Serve al più presto una legge quadro in materia, un insieme di normative che vada oltre il codice penale e intervenga a tutto tondo. Accoglienza e sostegno, prevenzione, rimozione degli stereotipi di genere, educazione e rispetto tra i sessi, efficacia e integrazione delle strutture sanitarie e sociali, pubblica sicurezza, conoscenza dei dati basata su analisi costanti e rigorose. Una base di partenza che lavora su più fronti per poter iniziare a costruire un Paese più civile, che non tollera la violenza di genere.
Un risultato importante quello della ratifica della Convenzione di Istanbul, che è stato raggiunto anche grazie al grande impegno portato avanti insieme a tante colleghe, alle tante mobilitazioni e al lavoro delle tantissime volontarie che ogni giorno assistono le donne nei centri antiviolenza. Un ringraziamento va anche alla determinazione del Presidente della Camera, Laura Boldrini, e al Ministro delle Pari opportunità, Josefa Idem, per gli impegni presi pochi giorni fa per contrastare la violenza di genere. A margine di una mozione unificata approvata dalla Camera dei deputati, in cui si chiedeva al Governo di ripristinare e implementare il fondo a sostegno del Piano nazionale di azione contro la violenza sulle donne, il Ministro si è impegnato a reperire forme di finanziamento durature, anche di derivazione europea, manifestando anche la volontà di costituire al più presto un Osservatorio nazionale sulla violenza di genere e sullo stalking per raccogliere dati uniformi in linea con quanto richiesto dall’Unione europea.
Finalmente qualcosa si sta muovendo, qualcosa sta cambiando. È un segno importante. Adesso dovremo monitorare gli impegni e sollecitare il loro rispetto. Abbiamo tracciato una buona rotta, ora dobbiamo mantenere il vento in poppa senza fare soste inutili. Serve questo se vogliamo finalmente vivere in un Paese civile, un Paese, finalmente, per donne.