La violenza sulle donne è un dramma sconvolgente che ci riguarda tutti, è un cancro che possiamo sconfiggere solo con adeguate scelte politiche e con un’evoluzione culturale e sociale che deve nutrirsi del rispetto tra i generi e dell’assunzione convinta della non inviolabilità del corpo femminile, respingendo con forza stereotipi, ostacoli e ipocrisie. Da alcuni anni il 25 novembre, per volontà dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne per sensibilizzare i governi e l’opinione pubblica al raggiungimento degli obiettivi di uguaglianza, sviluppo e pace. La violenza viola, indebolisce e vanifica il godimento da parte delle donne dei loro diritti umani e delle loro libertà fondamentali. I dati sono allarmanti: secondo le rilevazioni della Casa delle donne di Bologna, infatti, ogni 3 giorni una donna muore a causa di violenza. Al 2006 l’Istat ha quantificato in 6 milioni e 743mila le donne che tra i 16 e i 70 anni sono state vittime di molestie o violenze fisiche, psichiche o sessuali nel corso della vita. Tante, troppe donne. Da tempo le istituzioni europee, i coordinamenti delle reti di donne, hanno individuato indirizzi e linee guida che si basano su alcuni punti fondamentali: accoglienza e sostegno, prevenzione; rimozione degli stereotipi di genere; educazione al rispetto tra i sessi; efficacia e integrazione delle strutture sanitarie-sociali e della pubblica sicurezza e conoscenza dei dati basata su una analisi rigorosa. Di questo si è parlato, in un incontro promosso martedì scorso a Roma dalle parlamentari del Pd con le coordinatrici di “D.i.re”, per svolgere una seria ricognizione sul quadro normativo comunitario e nazionale. Oggi in una fase indubbiamente complessa, ma auspicabilmente caratterizzata da nuove condizioni di confronto e di dialogo parlamentare tra le forze politiche, come gruppo di parlamentari del Pd riteniamo che la lotta alla violenza sulle donne debba rappresentare una priorità. L’approvazione unanime della legge contro lo stalking, nel 2009, ha rappresentato un importante passo avanti, ma per sconfiggere la violenza sulle donne, c’è ancora molto da fare. Dopo il varo in extremis del bando per il sostegno ai centri antiviolenza, occorre lavorare intensamente per la definizione di norme certe e organiche e per l’istituzione di un Osservatorio permanente sul fenomeno. E’ necessario, inoltre, che l’Italia sottoscriva la Convenzione di Istanbul del 2011 contro la violenza sulle donne, il primo strumento giuridicamente vincolante in Europa in grado di combattere la violenza tenendo assieme prevenzione, protezione, azione giudiziaria e supporto alle vittime. Ad oggi ben 16 Stati hanno firmato, ma tra questi non figura il nostro Paese. Ci impegneremo in Parlamento con ogni strumento possibile perché la conclusione naturale di questa legislatura ci consegni un Paese più rispettoso delle donne, delle loro vite, delle loro persone e dei loro diritti, a partire dall’inviolabilità del loro corpo. Confidiamo di incontrare su un tema così grande e così urgente una comune volontà politica, a partire dalle tre Ministre, e dalle colleghe degli altri gruppi parlamentari per raggiungere questo importante obiettivo.