Ho scritto molto e spesso, purtroppo, di violenza sulle donne e ho, ogni volta ripetuto, che la violenza non è una fatalità, ma un fatto, una realtà che c’è, con cui fare conti, una realtà da sconfiggere. Una realtà che ci riguarda tutti, perché la violenza non sta solo nelle periferie e nel degrado ma anche sul pianerottolo delle nostre case. Sono tanti i casi non denunciati, e possiamo contare i tanti, i troppi fatti di cui veniamo a conoscenza, come il gravissimo episodio di violenza nei confronti di una donna, avvenuto a pochi passi da casa nostra qualche settimana fa. Dalla giovane ragazza picchiata e sequestrata a Siena dall’ex fidanzato che non aveva accettato la fine del loro rapporto, alla violenza di un senese di 45 anni che, ubriaco, litigando con la convivente in Piazza del Campo a Siena, ha prima aggredito un giovane che ha tentato di difendere la donna, sferrandogli un pugno e poi si è scagliato contro gli agenti intervenuti; fino ai maltrattamenti e alle umiliazioni subite a Poggibonsi da una donna che, per oltre 2 anni, è stata maltrattata, minacciata e picchiata dal compagno davanti agli occhi del figlio. Un elenco che cresce e si aggiorna, purtroppo, ogni giorno. Per fortuna, sempre più spesso, queste donne trovano il coraggio di denunciare e grazie all’impegno istituzionale si attiva immediatamente la rete regionale del codice rosa, che prevede un percorso di “presa in carico” che permetterà a queste donne di non essere lasciate sole nel difficile percorso che le attende. Come sempre di fronte a questi, come a tutti i casi di femminicidio, è sempre difficile trovare le parole giuste, le parole utili a fare un passo in avanti. Da una parte ci sono le leggi su cui possiamo lavorare per garantire una maggiore certezza della pena, evitando che chi ha usato violenza, possa tornare a farlo, ma poi c’è la sfida più grande, quella legata alla diffusione dell’educazione di genere, della cultura della differenza che fin dall’infanzia va insegnata ai bambini e alle bambine. La violenza sulle donne non è un “problema delle donne”, ma della nostra società e delle nostre comunità. Per questo va conosciuta, indagata di continuo, snidata perché altrimenti il rischio è che ci si affidi ai luoghi comuni. È una battaglia che solo assieme, uomini e donne, potremo sconfiggere.