#VittorioMeoni: ciao Vittorio

 

Qualche settimana fa ci ha lasciato Vittorio Meoni. Partigiano, unico sopravvissuto alla strage di Montemaggio fondatore anche dell’Istituto storico della Resistenza, ex amministratore, presidente dell’ANPI per tanti anni. Ma anche e soprattutto un compagno, un uomo della sinistra senese che ha contribuito alla costruzione della Siena del dopoguerra. Cresciuto nell’ambiente cattolico fiorentino e influenzato da personaggi come Giorgio La Pira, espresse nel Ventennio dissenso al fascismo criticando il suo essere antidemocratico. Venne torturato alle Murate di Firenze e, dopo la caduta del regime, anche a Villa Triste, sempre nel Fiorentino. In seguito decise di darsi alla macchia e iniziò le prime azioni partigiane tra Casole d’Elsa e Montieri, fino ad arrivare al Montemaggio. Il 18 marzo del 1944, poco distante da Monteriggioni, alcuni partigiani trovano rifugio a casa Giubileo in località La Porcareccia, tra questi anche Meoni. I partigiani, reduci da alcune azioni di disturbo sulle vie per Siena, vennero presi di sorpresa dai fascisti. Morirono in 19, Meoni rimase gravemente ferito. Finita la guerra, Meoni è diventato un punto di riferimento, ma è sempre rimasto uno spirito libero. Adesso salire a Montemaggio sarà molto, molto più faticoso. Negli anni, quando ho ricevuto le sue telefonate o quelle di alcuni sindaci che mi invitavano per svolgere la commemorazione, per me è sempre stato un grande onore. L’ho fatto per tre volte e Vittorio è sempre stato lì accanto a me e a tutti noi. E sapeva usare sempre parole lucide e importanti, parole che parlavano soprattutto al futuro. Vittorio se ne è andato ma di lui conserveremo quanto ci ha insegnato, lasciato e consegnato e sarà nostra cura non dimenticare e fare buon uso di tutto. Sarà una responsabilità grande che sono certa, in tanti e tante, cercheremo di onorare.

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