Voltare pagina si può, abbiamo il dovere di provarci

Le consultazioni del Presidente della Repubblica sono terminate poche ore fa. Il Paese continua ad affondare. L’urgenza di un Governo è grande. Ieri il Governo ancora in carica ha assunto un provvedimento per sbloccare 20 miliardi per i pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, ma non basta. Proprio nelle scorse ore i sindaci hanno manifestato a Roma su pagamenti e su patto di stabilità, sul rischio che le Province, compresa la nostra, di incorrere nel dissesto finanziario se non ci sono interventi immediati. E poi ricordo le prossime scadenze su Tares, Iva e cassa integrazione. Purtroppo il quadro riassuntivo delle consultazioni avvenute ci consegna una situazione assai complicata, caratterizzata da tanti veti incrociati, oltre che resa ulteriormente ardua dall’imminente scadenza del mandato del Presidente della Repubblica. Il punto è che o riusciamo a fare un Governo o torniamo a votare in tempi molto brevi, lasciando ancora per mesi il Paese in balia di onde che rischiano di trasformarsi in una tempesta perfetta. Questione di ore e sapremo se Napolitano darà l’incarico a Bersani,  se sceglierà una figura diversa, puntando quindi nuovamente su una sorta di Governo tecnico, oppure se torneremo presto a votare. La direzione nazionale del Pd, di poche settimane fa, ha indicato una strada e messo in campo una proposta di emergenza che investe su alcune priorità (Otto punti per un governo di cambiamento) sulla quale cercare i voti in Parlamento.

Il primo sabato in cui mi è capitato di fare due passi in centro nella mia città, dopo mesi di primarie, campagna elettorale e voto, mi sono fermata ben volentieri a fare due chiacchiere con molti amici e cittadini. E la prima raccomandazione che molti dei sostenitori ed elettori del Pd mi hanno rivolto è stata di non fare mai più nessun accordo con il Pdl. Poi, però, entrando in un negozio, la titolare, riconoscendomi, mi ha chiesto, a gran voce “provate a fare un governo, a costo di qualunque tipo di accordo, e fate presto, perché la rete della vendita e i piccoli commercianti, come me, non ce la fanno più”. Il punto è che entrambe le richieste meritano ascolto, nessun accordo con chi ci ha portato son qui, nel disastro, ma il dovere di fare un Governo ed affrontare la crisi che ogni giorni si aggrava. Le mail, i commenti in rete, i nostri militanti, le discussioni sul dopo voto, le centinaia di crisi aperte in Toscana, la scadenza della cassa integrazione: il tema e’ sempre lo stesso. Tornare in sintonia con il Paese, innovare, svoltare, con grande nettezza ma affrontare le urgenze del Paese. E nonostante un voto che ci ha punito, e ci ha lanciato messaggi inequivocabili , noi abbiamo la responsabilità piu grande, abbiamo il dovere di provarci, anche con un’ipotesi a termine e con un programma preciso e limitato. Tutti sappiamo quanto sia difficile con i numeri e gli equilibri che il voto ha determinato, ma la novità inaugurata Sabato con l’elezione di Boldrini e di Grasso, ci dice che , puntando in alto, sparigliando e accantonando pratiche non più percorribili (ne a Roma ne altrove) se si cerca una rinnovata sintonia con il Paese, si può  investire su responsabilità e trasparenza e si mettono gli eletti della repubblica davanti al loro mandato.

Innovare e dare risposte. In molti, anche in Toscana, abbiamo firmato impegni con Rete Impresa Italia, con altre associazioni. Sono impegni seri, e nei prossimi giorni davanti a noi ci saranno le vere priorità cui dare risposta, dai pagamenti della pubblica amministrazione, alla Tares, all’Iva, al lavoro che non c’è, alla cassa integrazione in scadenza. C’è il tema dei tagli agli Enti Locali che rischiano il dissesto, di un loro ripensamento.

I dati della crisi sono impietosi: sono 490mila i lavoratori in cassa integrazione a zero ore, più del 22% rispetto all’anno scorso, spia di un’economia che continua a essere in gravissima sofferenza. Una spirale che denuncia l’emergenza della mancanza di lavoro, deprime il potere d’acquisto e aggrava lo stato di povertà e di esclusione sociale. A soffrire sono quasi tutti i settori,  dalla meccanica, l’edilizia,  l’artigianato, il commercio, che sta vivendo un periodo da incubo con 10mila negozi costretti alla chiusura nei primi due mesi dell’anno, 167 al giorno, con un crollo del 50% delle nuove aperture. Non si può aspettare.  L’economia sta morendo.  per questo occorre concentrarsi su alcuni punti programmatici fondamentali.  Proviamo davvero a fare un Governo che cominci a produrre atti fondamentali. Le priorità sono chiare, lavoro , economia, legge elettorale, costi della democrazia. Partiamo, ce lo chiedono i cittadini. Spero che il criterio che ci ha ridato ossigeno con l’elezione dei due presidenti sia ispiratore anche delle scelte dei prossimi giorni: sobrietà, competenza, libertà e capacità di rappresentare un sentire diffuso. Proviamoci, lo dobbiamo al Paese e lo dobbiamo al futuro di tutti. Adesso siamo nelle mani del Presidente Napolitano.

Susanna Cenni, parlamentare del Pd alla Camera

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